Sono partito alle ore
09.00, temperatura di 12°C, sereno.
Sono alle prese con questa
ferrata che presenta delle difficoltà nel finale segnalate come estremamente
difficili, con le quali non mi sono ancora misurato e ne ho una gran voglia.
Ho appuntamento a
Lodrino (bs) dove c’è il bivio per andare a prendere la ferrata col mio nuovo
amico Alessandro, conosciuto sul sito delle ferrate. Ci incontriamo come
previsto poco prima delle 8:30, due chiacchiere per fare conoscenza, ripartiamo
con le auto e andiamo a parcheggiare presso la trattoria segnalata come posto
più favorevole. Partiamo e prendiamo il sentiero che ci porterà all’attacco.
Come al solito le
salite che ci portano all’avvicinamento si presentano molto ripide e dure,
considerando il caldo che era previsto io sono in pantaloncino corto ma ho la
maglia lunga sopra la termica a mezze maniche e non appena arriviamo all’attacco,
mi cambio e indosso la maglia a mezze maniche.
Iniziamo la ferrata che
come al solito mi da molta adrenalina, partiamo da quota 1020 mt. ma dopo poco
tempo, tranne qualche isolato passaggio, mi rendo conto che questa ferrata è
tutto un traverso, un po’ noiosa a tratti, si va su è giù parecchie volte,
tanto che non riusciamo a guadagnare mai quota.
Andiamo avanti per
molto tempo, fermandoci qua e la nelle zone d’ombra perché il caldo si fa
veramente sentire, mi sembra una giornata estiva, fino a quando non ci troviamo
ad un bivio dove il cartello segna “percorso facile – easy way” e “percorso
difficile – hard way”.
Ovviamente prendiamo la
parte difficile, siamo venuti qua per questo e signori devo dire che se fino ad
ora mi stavo quasi annoiando e addirittura avevo cominciato a pensare che si
poteva andare da un’altra parte, qua la musica cambia totalmente.
Ci troviamo davanti ad
un primo tratto fatto di traversi obliqui e tratti verticali, consecutivi,
senza respiro, talvolta poco appigliati, anche se qua e la c’è qualche chiodo
che aiuta, che ti costringono ad usare molto le braccia, tratti tutti molto
esposti ma non ho nemmeno il tempo di guardare giù, però è uno spettacolo,
questa è ferrata!! Prima di terminare questo primo tratto, su una parete che si
sale in verticale trovo un esiguo ma comoda appoggio per i piedi, ne approfitto,
mi fermo, mi aggancio col rinvio e riposo, nell’attesa di veder spuntare da
sotto Alessandro e fare qualche foto.
Il secondo tratto è
ancora peggio, meno appigli, sempre traversi obliqui e tratti verticali in
sequenza senza respiro e con poche possibilità di sosta comoda, potrei anche
fare sosta ma le forze ci sono ancora e vado avanti. Alla fine di questo tratto
c’è una cengia erbosa, mi siedo a riposare e aspetto il mio socio e vedo che c’è
una via d’uscita ma noi siamo temerari non molliamo, non mi sfiora nemmeno per
un attimo l’idea di abbandonare.
Riprendiamo e attacchiamo
il terzo tratto, che è lungo sempre come gli altri, ma mi sembra leggermente
meno difficile tecnicamente, solo che a metà le forze sono finite, sono
costretto ad usare il rinvio ogni 4-5 metri perché le braccia non reggono più,
faccio persino fatica a staccare e riattaccare i moschettoni per superare i
chiodi del cavo. Arrivo su e quando in lontananza vedo la croce e capisco che
il quarto tratto è poca roba. Aspetto Ale e ripartiamo e in poco tempo siamo
alla croce, quota 1393 mt., scriviamo un nostro pensiero sul libro di vetta, mangiamo e
cominciamo la discesa. Arrivati all’auto una birretta e poi torniamo a casa, è
stata una giornata fantastica sotto ogni punto di vista, ho conosciuto un nuovo
amico, ho fatto dei tratti di ferrata con difficoltà che non avevo mai
incontrato fin’ora e direi che li ho superati anche bene, il tutto condito da
un clima più che primaverile.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 5,08
– dislivello 443 mt