Sveglia alle 05:00 del
mattino e ritrovo con gli amici di Milano, Susy, Roby e Massi alle ore 06:15 al
distributore prima di Montecampione. Arrivo al Rifugio Berni quota 2500 circa,
che si trova poche centinaia di metri dopo aver scollinato il passo Gavia, alle
ore 08:30, preparativi e partenza poco prima delle 09:00.
Il sole è davvero
forte, sembra di stare a quote molto più basse e nel mese di luglio, ci sono
molti sci alpinisti già saliti su a giudicare dalle auto parcheggiate. Commetto
l’errore che dopo mi sarà fatale di mettere in testa solo la bandana, quella
che uso per andare in bici, molto leggera.
Infatti poco dopo la
partenza inizio ad accusare i primi sintomi di una probabile insolazione, mi
sento la bocca sempre secca, e nonostante bevo con frequenza c’è assenza di
salivazione, la testa sembra cuocermi, tanto che inizio a mettere neve su un
fazzoletto di carta e ad infilarla sotto la bandana, ma nulla non trovo
sollievo. Per fortuna che la strada è sempre in leggera pendenza, addirittura c’è
qualche tratto che si scende, i miei amici tolgono le pelli, mentre io aggancio
il tallone e scio con le pelli sotto, mica male, li aspetto e proseguiamo.
Inizia a prendermi lo stomaco, mi sento male, poi quando arriviamo sotto l’inizio
del ghiacciaio, presumibilmente quota 3000, sulle prime pendenze dure, quando
devo produrre lo sforzo massimo i sintomi si acuiscono, addirittura inizia a
girarmi la testa, lo comunico al gruppo, facciamo una sosta ma appena riprendo
a forzare mi gira lo stomaco e la testa, niente da fare, decido di tornare
indietro da solo e invito il gruppo a proseguire, poiché ci sono gruppi che
stanno scendendo e gli dico che se ho bisogno d’aiuto chiedo a loro.
Arrivo all'auto sano e
salvo, anche se nel tratto dove dopo la discesa ho dovuto ripellare me la son
vista brutta, non ce la facevo proprio e nonostante la pendenza fosse tutt'altro che irresistibile andavo su a malapena.
Un paio di ore dopo
arrivano i miei amici e mi informano di essere arrivati fino a quota 3200
circa, perché a causa del caldo, ci eravamo imposti di tornare indietro alle
ore 11:30 non importava il punto dove eravamo.
Siamo partito con l’idea
non di arrivare in cima a Punta San Matteo, 3650 circa perché gli ultimi 150
metri bisognava farli con ramponi e picche e non tutti erano equipaggiati, ma
appunto di arrivare fin dove si poteva, il fatto è che siamo partiti tardi e
comunque vista la distanza da percorrere in auto per fare questo meraviglioso
itinerario posto nel ghiacciaio Dell’Ortles, l’ideale sarebbe quello di dormire
al rifugio Berni e di partire alle 07:00 la mattina sci ai piedi.
Come percorso, direi
che non appartiene a quelli che mi entusiasmano, è un percorso lungo, più per
sci alpinisti puri che per quelli come me ai quali piace salire su pendii più
ripidi per poi fare discese da urlo, ma comunque vale la pena sempre venire a
provarlo almeno una volta.