Siamo partiti alle ore
08:05, temperatura di 10°C, nebbia.
Dopo tre giorni di
tempo bello giusto oggi il tempo doveva cambiare, ma vabbè non demordiamo, il
clima mette freddo, nebbia ma non pioggia prima delle 18 e questo ci conforta.
Partiamo ancora io e
Vittorio e giunti a Valbondione prendiamo il sentiero sulla sinistra, ovvero
sulla parte opposta a quello che porta al Curò. Il sentiero è molto ripido, si
prende quota in men che non si dica, tanto è vero che dai 924 mt della partenza
arriviamo al rifugio Coca 1880 mt in poco meno di un’ora e mezza.
Breve sosta e
ripartiamo, incontriamo molti stambecchi, tutti femmina alcuni dei quali si
lasciano anche fotografare da vicino e verso quota 2100 mt. troviamo un grosso
costone di roccia sul quale bisogna arrampicarsi per oltrepassarlo, direi che
questa proprio non è un escursione adatta a tutti, c’è bisogno di un buon
allenamento e di abitudine alla montagna, poi in queste condizioni ancora
peggio. Proseguiamo salendo avvolti nella nebbia, il sentiero non è sempre ben
visibile ma il gps aiuta molto a non perderci, verso i 2450 mt incontriamo un
esemplare di stambecco maschio molto grande e il grosso palco ci fa capire che
forse potrebbe essere il dominante della zona, peccato che il quel momento la
nebbia era fitta e lui non si lasciava avvicinare, facciamo qualche foto e
ripartiamo.
Poco più avanti
perdiamo la traccia varie volte, tanto che finiamo sopra dei tratti di neve che
superiamo agevolmente vista la non grande pendenza e che è molto compatta, poi
ritroviamo il sentiero e in poco tempo arriviamo a quota 2700 mt ovvero alla
bocchetta dei camosci. Non si vede nulla e tira anche un forte vento abbastanza
fastidioso, proprio perché siamo alti e in una zona aperta.
Da qua in poi c’è da
arrampicarsi sulla roccia fino ai 3050 mt circa del Pizzo Coca, indossiamo i
caschi e iniziamo a salire ma quando arriva il tratto ripido, mi accordo che
non ci sono nemmeno corde fisse per aiutarsi, penso che potrebbe piovere e che la
roccia diventi molto scivolosa e allora decido che forse è meglio rinunciare,
non vhale la pena rischiare così tanto, li basta un errore e finisci giù secco.
Il mio amico Vittorio, molto più esperto di me decide di salire, lo aspetto e
quando scende, cominciamo la discesa, poi arrivati in prossimità del bivio che
ci consentirebbe di allungare e di fare il giro passando dal Curò inizia a
piovere e questo ci fa desistere.
Proseguiamo la discesa
e intorno ai 1450 mt, prendiamo la deviazione per la località Maslana, per
andare a vedere le case caratteristiche del posto, molto belle, alcune scavate
proprio nella roccia, poi facciamo rientro.
Ce ne scendiamo
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 13,58
– dislivello 1901 metri circa