venerdì 27 novembre 2015

26.11.2015 – Ferrata Che Guevara

Sono partito alle ore 07.00, temperatura di 0°C, sereno.
Appuntamento con Vittorio al parcheggio della Decathlon sulla tangenziale poco prima di Brescia. Parcheggiamo un auto e partiamo in direzione Pietramurata frazione di Dro a pochi km da Trento.
Arriviamo sul posto, un caffè veloce e si parte, sono le 9:50. Il meteo dava leggere velature fino alle 11 poi sole, invece il cielo è coperto e tira un vento freddo. Partiamo da quota 230 mt. Già ai 350 mt. incontriamo il cartello della ferrata con il primo tratto di cavi. Mettiamo su l’attrezzatura e si parte.
La ferrata è molto semplice tecnicamente, mai troppo esposta ma i tratti di cavo si susseguono quasi continui e dove non ci sono, la parete è sempre di I°/II° arrampica bile, quindi non c’è mai riposo, si sale a gradoni. Il vento è davvero freddo e intenso e la temperatura è di qualche grado sotto lo zero. Intorno ai 1250 mt. di quota incontriamo un urna col libro di vetta, firmiamo e ripartiamo. Qui la risalita diventa sentiero ma ogni tanto ci sono ancora tratti di cavo e bisogna arrampicarsi. Si inizia a vedere qualche scorcio del lago di Garda, peccato per il tempo nuvoloso. Arriviamo in cima finalmente, molto stanco, questa salita mette veramente a dura prova, perché il dislivello è notevole e non c’è mai un punto di riposo.
Troviamo un bivacco, molto comodo, attrezzato con tavoli e stufa a legna e legna già tagliata, mangiamo e ci cambiamo e iniziamo la lunga discesa verso Sarche da dove prendiamo una strada di campagna che ci riporta verso Pietramurata, l’unica cosa negativa è che siamo costretti a fare un tratto di strada con le auto e i tir che ci passano vicini. Comunque più che ferrata direi che è una bella escursione.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 12,31 – dislivello 1416 mt. – ferrata comincia ai 350 mt. e dura fino in cima ma il cavo non è continuo

22.11.2015 – Ferrata Casto

Sono partito alle ore 08.00, temperatura di 5°C, sereno.
Partiamo io e Pasquale per Casto, abbiamo appuntamento con Anna una nuova amica di Piacenza conosciuta su internet che si arrampica solo in palestra e chiedeva una mano per essere accompagnata e indottrinata sulle ferrate all’esterno.
Ci troviamo sul posto alle 09:15 la temperatura è molto fredda, 1°C, inoltre Casto in mattinata è sempre in ombra e c’è molta umidità. Qualche minuto per fare conoscenza, e partiamo. Ci portiamo nei pressi della ferrata nr.2, spendiamo qualche minuto per le spiegazioni e poi partiamo. La ferrata è breve ma tosta e molto scivolosa, la terminiamo in pochi minuti e scendiamo dal sentiero.
Poi prendiamo direzione verso le ferrate 3 e 4, la parete è abbastanza in piedi ma non si vede molto perché poi ci sono gli alberi che coprono, cominciamo a salire, la parete è davvero molto scivolosa, il cavo va sempre verticale, tranne qualche breve tratto in traverso che ci consente di riposare, la nr.3 è comunque lunghetta, arriviamo su, una 30 di metri di prato e attacchiamo la 4 che sembra breve e invece anche questa è dura e abbastanza lunga. Arriviamo in cima, le due ferrate misurano poco più di 160 mt. di dislivello, davvero notevole, soprattutto perché sono molto toste.
Scendiamo per il sentiero e torniamo al punto di partenza. Risaliamo la strada e facciamo la 12bis che si trova proprio sulla strada, anche questa è molto dura con un piccolo ponte tibetano di 5 metri fatto di una corda sotto e una sopra, poi alla fine scopriamo che per scendere bisogna attraversare un altro ponte tibetano di circa 30 mt. fatto di due corde sotto e due sopra ma molto traballante, poi alla fine c’è una scala fatta con le corde e non conviene agganciarsi perché ogni volta che si va per sganciarsi inizia a girare come una trottola e costringe ad un grosso lavoro con le braccia.
Scendiamo verso la stretta di Luino perché il mio amico Gigi mi aveva detto di provare la ferrata nr.14. Arriviamo ad un punto e la troviamo con accanto la nr.5 che a vederla sembra molto più semplice. Prendiamo la 14 e ragazzi, il tratto finale è davvero in piedi e divertente, anche questa non semplice e lunghetta.
Scendiamo dal sentiero con l’intenzione di andare a fare la nr.1, ma siamo veramente sfiniti, ho le braccia che non reggono più, stessa cosa gli altri e così decidiamo di smettere. La Anna, visto che è la sua prima uscita in ambiente aperto devo dire che è andata davvero molto bene, è preparata fisicamente, assenza assoluta di vertigini, molto determinata, davvero complimenti!!
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 5 ferrate le nr.2-3-4-12bis con ponte tibetano e 14.

giovedì 19 novembre 2015

18.11.2015 – Ferrata Nasego

Siamo partiti alle ore 07.30, temperatura di 9°C, sereno.
Porto mio figlio Pasquale a fare la Nasego, vicino Casto in Valsabbia, il ragazzo dopo la Crench ha voglia di misurarsi con una ferrata più impegnativa e questa rispetto all’altra è molto più impegnativa, a partire dal dislivello che è più del doppio e anche la difficoltà tecnica e l’esposizione, insomma un bel salto.
Arriviamo al parcheggio poco prima delle 09:00, zaini in spalla e si parte, circa mezz’ora e siamo all’attacco della ferrata che è a quota 1015 mt. Fa caldissimo, mio figlio è venuto a mezze maniche e in pantaloni corti, lui ha sempre caldo e ha fatto bene, a me toccherà sudare.
La ferrata è divisa in 5 settori, il primo parte soft, con serie di rocce non verticali poi man mano comincia ad aumentare l’inclinazione però la pendenza e lo sforzo lo si sente si meno perché il cavo va su a zig-zag e si fa meno fatica, poi gli appoggi non mancano mai. Pasquale su questo tratto entra in difficoltà, non si è mai trovato in una parete così dritta, così lunga, e a quest’altezza, tentenna un po’, gli spiego di stare tranquillo, di non farsi prendere dall’ansia, di studiare la parete e di andare su con la velocità che vuole, e piano piano riusciamo a superare questo settore.
Breve cengia erbosa dove lo faccio riposare ci dissetiamo e andiamo ad attaccare il secondo settore. Questo comincia verticale proprio, ma è molto appoggiato e risulta facile da salire, lui tentenna ancora un attimo, ma ben presto, inizia a fare tesoro delle mie direttive e vedo che prende confidenza con la parete e con l’esposizione e inizia ad andare su più velocemente e più sicuro di se, in poco tempo finiamo il settore 2 e andiamo con una certa regolarità anche sul settore 3.
Al settore 4 incontriamo il punto più difficile di tutta la ferrata, un traverso obliquo che sale verso sinistra prima poco appoggiato, poi con qualche piolo e che poi va su verticale ancora per qualche metro, punto che bisogna usare un po’ di forza per superarlo, ma direi che lui ne è uscito alla grande. Poi al quinto settore che non c’erano difficoltà tecniche superiori a quelle che avevamo già incontrato ha sofferto lo sforzo fatto fino a quel punto, come è giusto che sia per chi è alla prima volta con una ferrata così.
Direi che come al solito si è dimostrato tenace, combattivo, forte, bravo Pasquale cresci proprio bene.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 4,35 – dislivello 578 mt. – solo ferrata 415 mt.

17.11.2015 – Ferrata Rino Pisetta

Sono partito alle ore 07.00, temperatura di 8°C, sereno.
Appuntamento con Gigi alla rotatoria nei pressi di Casto alle 08:00, poi partiamo direzione Sarche a circa 10 km da Trento. Parcheggiamo prendiamo in caffè, zaini in spalla e si parte. Siamo a 230 mt. pendiamo un sentiero che ci fa salire fino ai 570 mt. molto pendente e molto franoso. Arriviamo all’attacco della ferrata ci rifocilliamo, ci riposiamo un attimo e indossiamo gli imbrachi, anche oggi sembrava che la temperatura fosse più fresca e invece fa caldo, inoltre la parete è esposta al sole.
La ferrata parte in piedi dritta, sembra non finire, tutta poco appoggiata, bisogna andare su parecchio in aderenza e usufruire del cavo, tanto che alla fine di questo primo tratto mi sento già spalle e braccia congestionate, ma è l’effetto dell’essere a freddo, magari per chi legge e si trova a farla, un po’ di riscaldamento per la parte superiore non guasta.
La ferrata è molto bella, tecnica, esposta, si è sempre attaccati alla parete, va su sempre a placche molto levigate e quasi ci resto male se ad un certo punto vedo una staffa ogni tanto, sarebbe meglio se non ci fosse proprio nulla, perché se c’è ti viene da usarla, mentre se non c’è vai su lo stesso e ti arrangi e per come la vedo io è molto meglio.
Molto bella l’ultima placca, è veramente uno spettacolo e sempbra di volare talmente è forte l’esposizione.
Terminiamo la ferrata in 1h e 30’, può sembrare poco ma è tutta verticale si arriva su subito, tanto è che il gps mi segna 400 mt. di dislivello e abbiamo diciamo camminato 500 mt. il che rende l’idea. Ci cambiamo, mangiamo e cominciamo la discesa tutta nel bosco. Bellissima ferrata che sicuramente credo rifarò di nuovo più volte.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 6,67 – dislivello 748 mt. – solo ferrata 400 mt.

venerdì 13 novembre 2015

12.11.2015 – Ferrata Gamma 2

Sono partito alle ore 07.45, temperatura di 10°C, sereno.
Appuntamento con Vittorio al casello di Rovato alle 07:30, il tempo dei saluti e si parte, direzione Lecco ai Piani D’Erna. Parcheggiamo prendiamo un caffè, zaini in spalla e si parte. Siamo a 610 mt. pendiamo un sentiero che ci fa scendere fino ai 550 mt. e poi cominciamo la salita prima su un sentiero ciottoloso molto ampio e scivoloso, poi man mano si restringe e diventa più irto. Arriviamo all’attacco della ferrata a quota 1360 mt. un po’ stanchi e fa anche parecchio caldo, ferrata considerata una delle più difficili d'Italia.
All’inizio parte soft, sia chiaro, rispetto al grado di difficoltà che ha, tanto che mi sono divertito ad arrampicarmi sugli appigli e sulle roccette senza usare la catena, ma poi iniziano le prime placche verticali, con pochissimi appigli e staffe quasi inesistenti, dove è impossibile non usare la catena, infatti si inizia molto ad usare le braccia e in certi punti talmente forte è l’esposizione che oltre alla difficoltà la salita per com’è fatta inizia a spingerti fuori.
Meno male che dopo ogni placca pur lunga che sia ci sono delle cengie di raccordo talvolta anche molto lunghe, che arrivate alla placca successive, scorrono su sentiero trasversale alla parete fino al prossimo punto di risalita.
La scalata è molto divertente, ho goduto un sacco, specialmente alla fine quando affrontiamo il camino di cui avevo letto sulla recensione. Un camino di 30/40 mt. verticale, stretto e abbastanza difficile, sul quale me la sono spassata alla grande, poi a ¾ dello stesso sono posizionate delle staffe continue e avevo pensato che lo sforzo fosse finito e invece nonostante quelle si fatica parecchio lo stesso per arrivare su.
Una volta in cima abbiamo preso a destra, fatto una piccola discesa e poi due piccole creste su e giù per arrivare alla croce posizionata sopra il rifugio Azzoni, quota 1877 mt.. Li ci siamo cambiati, abbiamo mangiato, fatto qualche foto e poi giù lungo tutto il sentiero nr.1 che nella prima parte è davvero brutto, pieno di roccette, assolutamente non facile, poi prima di arrivare al punto dove abbiamo attaccato la ferrata abbiamo visto un paio di camosci, e poi giù fino all’autovettura.
E’ stata una bella giornata, e la ferrata è molto bella, peccato solo che a differenza delle altre ferrate ci sia troppo sbattimento da fare per raggiungerla, sennò non sarebbe male tornare a farla ogni tanto. Magari la prossima volta possiamo prendere la funivia e risparmiare energie.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 11,89 – dislivello 1421 mt. – solo ferrata 510 mt.

lunedì 9 novembre 2015

08.11.2015 – Ferrata Corna di Caspai

Sono partito alle ore 09.00, temperatura di 12°C, sereno.
Sono alle prese con questa ferrata che presenta delle difficoltà nel finale segnalate come estremamente difficili, con le quali non mi sono ancora misurato e ne ho una gran voglia.
Ho appuntamento a Lodrino (bs) dove c’è il bivio per andare a prendere la ferrata col mio nuovo amico Alessandro, conosciuto sul sito delle ferrate. Ci incontriamo come previsto poco prima delle 8:30, due chiacchiere per fare conoscenza, ripartiamo con le auto e andiamo a parcheggiare presso la trattoria segnalata come posto più favorevole. Partiamo e prendiamo il sentiero che ci porterà all’attacco.
Come al solito le salite che ci portano all’avvicinamento si presentano molto ripide e dure, considerando il caldo che era previsto io sono in pantaloncino corto ma ho la maglia lunga sopra la termica a mezze maniche e non appena arriviamo all’attacco, mi cambio e indosso la maglia a mezze maniche.
Iniziamo la ferrata che come al solito mi da molta adrenalina, partiamo da quota 1020 mt. ma dopo poco tempo, tranne qualche isolato passaggio, mi rendo conto che questa ferrata è tutto un traverso, un po’ noiosa a tratti, si va su è giù parecchie volte, tanto che non riusciamo a guadagnare mai quota.
Andiamo avanti per molto tempo, fermandoci qua e la nelle zone d’ombra perché il caldo si fa veramente sentire, mi sembra una giornata estiva, fino a quando non ci troviamo ad un bivio dove il cartello segna “percorso facile – easy way” e “percorso difficile – hard way”.
Ovviamente prendiamo la parte difficile, siamo venuti qua per questo e signori devo dire che se fino ad ora mi stavo quasi annoiando e addirittura avevo cominciato a pensare che si poteva andare da un’altra parte, qua la musica cambia totalmente.
Ci troviamo davanti ad un primo tratto fatto di traversi obliqui e tratti verticali, consecutivi, senza respiro, talvolta poco appigliati, anche se qua e la c’è qualche chiodo che aiuta, che ti costringono ad usare molto le braccia, tratti tutti molto esposti ma non ho nemmeno il tempo di guardare giù, però è uno spettacolo, questa è ferrata!! Prima di terminare questo primo tratto, su una parete che si sale in verticale trovo un esiguo ma comoda appoggio per i piedi, ne approfitto, mi fermo, mi aggancio col rinvio e riposo, nell’attesa di veder spuntare da sotto Alessandro e fare qualche foto.
Il secondo tratto è ancora peggio, meno appigli, sempre traversi obliqui e tratti verticali in sequenza senza respiro e con poche possibilità di sosta comoda, potrei anche fare sosta ma le forze ci sono ancora e vado avanti. Alla fine di questo tratto c’è una cengia erbosa, mi siedo a riposare e aspetto il mio socio e vedo che c’è una via d’uscita ma noi siamo temerari non molliamo, non mi sfiora nemmeno per un attimo l’idea di abbandonare.
Riprendiamo e attacchiamo il terzo tratto, che è lungo sempre come gli altri, ma mi sembra leggermente meno difficile tecnicamente, solo che a metà le forze sono finite, sono costretto ad usare il rinvio ogni 4-5 metri perché le braccia non reggono più, faccio persino fatica a staccare e riattaccare i moschettoni per superare i chiodi del cavo. Arrivo su e quando in lontananza vedo la croce e capisco che il quarto tratto è poca roba. Aspetto Ale e ripartiamo e in poco tempo siamo alla croce, quota 1393 mt., scriviamo un nostro pensiero sul libro di vetta, mangiamo e cominciamo la discesa. Arrivati all’auto una birretta e poi torniamo a casa, è stata una giornata fantastica sotto ogni punto di vista, ho conosciuto un nuovo amico, ho fatto dei tratti di ferrata con difficoltà che non avevo mai incontrato fin’ora e direi che li ho superati anche bene, il tutto condito da un clima più che primaverile.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 5,08 – dislivello 443 mt

giovedì 5 novembre 2015

05.11.2015 – Corsa, Lento con accelerazioni

Sono partito alle ore 09:30, temperatura di 15°C, sereno.
Sono partito lento e nonostante questo mi ha preso subito un dolore alla milza che mi ha costretto a stare al limite dei 5’/km poi dopo il km.3 ho accelerato fino al 4°km arrivando a toccare i 4’/km poi ho rallentato e mi ha fatto lo stesso effetto di quando un auto è ingolfata, che dai una bella accelerata e si libera.
Poi ho cercato di proseguire ad un’andatura costante e non troppo forte, e ne è venuta fuori una bella uscita ad un buon ritmo.
Togliendo i primi 3k e considerando dal 3°k al 13°k, ho coperto i 10k in 45’56” e visto che sto uscendo una volta a settimana circa devo dire che non è male.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 13,35 – Tempo 1h02’09” – media 4’39” Km/h”

03.11.2015 – Ferrata Gamma 1

Sono partito alle ore 09.30, temperatura di 8°C, sereno.
Comincio col dire che ho fatto 4 giorni di riposo perché durante l’ultimo lungo di 19 km mi era venuto un dolore muscolare che correndoci sopra si è acutizzato e son dovuto stare a riposo per farlo passare.
Sono partito alle ore 07:45 dal casello di Rovato (bs) insieme all’amico Graziano in direzione di Lecco e li saliti ai Piani D’erna abbiamo parcheggiato l’autovettura. Abbiamo preso subito a destra il sentiero nr.1 e dopo circa 15’ incrociato la deviazione per la ferrata. Una strada molto irta che in altri 15’ ci ha portato all’attacco a 750 mt. di quota, indossati gli imbraghi, alle 10:00 in punto abbiamo iniziato la ferrata.
La prima parte inizia subito in verticale, molto bella, si prende subito quota e ci sono molti appoggi naturali e qualche staffa non c’è assolutamente bisogno di fare forza sul cavo, poi inizia una serie interminabile di scale di cui qualcuna anche lunghissima, che ci porta sopra ad un balcone e capiamo che la prima parte è finita.
Poi si alternano brevi tratti in salita, cengie erbose e tratti di roccette facili grado I°-II°-III° mai difficili, fino ad arrivare ad un suggestivo ponte Tibetano di pochi metri, corda unica sotto e sopra, che ci fa oltrepassare un piccolo strapiombo e poi ancora su con le scale. Sul ponte vediamo venire dal basso un’altra scala, sarà un percorso vecchio o il ricongiungimento da un’altra via.
Poi fino alla vetta è un’alternarsi di roccette, cengie scale brevi e piccole pareti mai difficili, ma visto il dislivello non rimpiango i muri verticali perché la fatica inizia a farsi sentire. Arriviamo sull’ultimo tratto e superatolo vediamo la croce, ci avviciniamo, controllo il gps, 1364 mt. abbiamo fatto poco più di 600 mt di dislivello di sola ferrata, davvero non male. Sopra molto caldo, talmente tanto che mi sono cambiato e messo a maniche corte.
Foto, sosta per mangiare cambiarsi e ripartiamo verso la discesa tutta su sentiero, arrivati al parcheggio birretta e poi partenza. Ripensandoci bene se la prima parte fosse tutta con cavo e senza scale, sarebbe davvero una ferrata spettacolare, perché la parete è di circa 200 mt ed inoltre lo sviluppo di tutta la ferrata è davvero notevole.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 6,40 – dislivello 821 mt