lunedì 9 novembre 2015

08.11.2015 – Ferrata Corna di Caspai

Sono partito alle ore 09.00, temperatura di 12°C, sereno.
Sono alle prese con questa ferrata che presenta delle difficoltà nel finale segnalate come estremamente difficili, con le quali non mi sono ancora misurato e ne ho una gran voglia.
Ho appuntamento a Lodrino (bs) dove c’è il bivio per andare a prendere la ferrata col mio nuovo amico Alessandro, conosciuto sul sito delle ferrate. Ci incontriamo come previsto poco prima delle 8:30, due chiacchiere per fare conoscenza, ripartiamo con le auto e andiamo a parcheggiare presso la trattoria segnalata come posto più favorevole. Partiamo e prendiamo il sentiero che ci porterà all’attacco.
Come al solito le salite che ci portano all’avvicinamento si presentano molto ripide e dure, considerando il caldo che era previsto io sono in pantaloncino corto ma ho la maglia lunga sopra la termica a mezze maniche e non appena arriviamo all’attacco, mi cambio e indosso la maglia a mezze maniche.
Iniziamo la ferrata che come al solito mi da molta adrenalina, partiamo da quota 1020 mt. ma dopo poco tempo, tranne qualche isolato passaggio, mi rendo conto che questa ferrata è tutto un traverso, un po’ noiosa a tratti, si va su è giù parecchie volte, tanto che non riusciamo a guadagnare mai quota.
Andiamo avanti per molto tempo, fermandoci qua e la nelle zone d’ombra perché il caldo si fa veramente sentire, mi sembra una giornata estiva, fino a quando non ci troviamo ad un bivio dove il cartello segna “percorso facile – easy way” e “percorso difficile – hard way”.
Ovviamente prendiamo la parte difficile, siamo venuti qua per questo e signori devo dire che se fino ad ora mi stavo quasi annoiando e addirittura avevo cominciato a pensare che si poteva andare da un’altra parte, qua la musica cambia totalmente.
Ci troviamo davanti ad un primo tratto fatto di traversi obliqui e tratti verticali, consecutivi, senza respiro, talvolta poco appigliati, anche se qua e la c’è qualche chiodo che aiuta, che ti costringono ad usare molto le braccia, tratti tutti molto esposti ma non ho nemmeno il tempo di guardare giù, però è uno spettacolo, questa è ferrata!! Prima di terminare questo primo tratto, su una parete che si sale in verticale trovo un esiguo ma comoda appoggio per i piedi, ne approfitto, mi fermo, mi aggancio col rinvio e riposo, nell’attesa di veder spuntare da sotto Alessandro e fare qualche foto.
Il secondo tratto è ancora peggio, meno appigli, sempre traversi obliqui e tratti verticali in sequenza senza respiro e con poche possibilità di sosta comoda, potrei anche fare sosta ma le forze ci sono ancora e vado avanti. Alla fine di questo tratto c’è una cengia erbosa, mi siedo a riposare e aspetto il mio socio e vedo che c’è una via d’uscita ma noi siamo temerari non molliamo, non mi sfiora nemmeno per un attimo l’idea di abbandonare.
Riprendiamo e attacchiamo il terzo tratto, che è lungo sempre come gli altri, ma mi sembra leggermente meno difficile tecnicamente, solo che a metà le forze sono finite, sono costretto ad usare il rinvio ogni 4-5 metri perché le braccia non reggono più, faccio persino fatica a staccare e riattaccare i moschettoni per superare i chiodi del cavo. Arrivo su e quando in lontananza vedo la croce e capisco che il quarto tratto è poca roba. Aspetto Ale e ripartiamo e in poco tempo siamo alla croce, quota 1393 mt., scriviamo un nostro pensiero sul libro di vetta, mangiamo e cominciamo la discesa. Arrivati all’auto una birretta e poi torniamo a casa, è stata una giornata fantastica sotto ogni punto di vista, ho conosciuto un nuovo amico, ho fatto dei tratti di ferrata con difficoltà che non avevo mai incontrato fin’ora e direi che li ho superati anche bene, il tutto condito da un clima più che primaverile.
Riepilogo della seduta:
Tot.KM 5,08 – dislivello 443 mt

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